Allineare bisogni e scelte
Allineamento motivazionale per una vita soddisfacente
Hai mai avuto la sensazione di fare tutto “come si deve” — studiare, lavorare, costruire relazioni, spuntare caselle — eppure qualcosa non torna? A volte inseguiamo obiettivi che non abbiamo scelto davvero… Allora nasce l’impulso opposto: rompere gli schemi, dire no a tutto. Ma anche la ribellione per principio, senza una direzione, è solo un’altra forma di condizionamento.
- Ci sono persone che hanno fatto tanti sacrifici e poi arrivano a un ruolo “importante”… e scoprono che passano le giornate in riunioni e fogli Excel. Credevano di inseguire il successo; ciò che le nutriva davvero era costruire cose concrete e vedere un impatto tangibile.
- Ci sono persone che dicono: “prima guadagno X, poi sarò felice” e mettono tra parentesi musica, sport, relazioni. Dieci anni dopo hanno il conto pieno e l’agenda vuota di senso: hanno scambiato un mezzo (denaro) per il fine (vivere esperienze che contano).
- Ci sono persone che trasformano l’hobby in lavoro perché “se ti piace, monetizza”… e perdono il gusto che le aveva fatte iniziare; riscoprono soddisfazione quando tornano a farlo entro confini chiari e per il semplice piacere di farlo.
Rendere la propria vita soddisfacente significa trovare un modo di vivere che rispetti ciò che ti muove davvero. Un approccio “ecologico”: meno sforzo controcorrente, più scelte che nutrono dall’interno.
Per riuscirci ci sono alcuni aspetti da tenere in considerazione
Uno dei problemi fondamentali è la tendenza a confondere i mezzi per i fini: questo avviene spesso, ad esempio, con il denaro.
La distinzione di base è tra motivazione intrinseca ed estrinseca: la prima riguarda ciò che facciamo perché ci dà piacere in sé, la seconda riguarda ciò che facciamo per ottenere una ricompensa esterna (come ad esempio status o approvazione) o per le sue conseguenze (come ad esempio le conseguenze di possedere del denaro). Bernard Weiner ha descritto la motivazione intrinseca come il piacere insito nell’esecuzione di un’attività. In letteratura troviamo formulazioni diverse, ma tutte convergono su un punto: la motivazione intrinseca riguarda attività che scegliamo perché hanno valore e gusto in sé, cioè i desideri fondamentali di una persona, per essere tali, sono perseguiti senza alcuna ragione se non quella di volerlo, e non in funzione di una ricompensa.
Possiamo dire che prosperiamo in un ambiente quando riusciamo al suo interno a soddisfare i nostri bisogni più profondi, senza farci influenzare da condizionamenti, ma restando in armonia e svolgendo un ruolo costruttivo rispetto a quel sistema di cui facciamo parte (in modo cioè ecologico).
Sii consapevole che potrai vivere la tua esistenza in modo significativo e soddisfacente solo se riuscirai a soddisfare tutti — o almeno la maggior parte — dei tuoi bisogni fondamentali. Così potrai sperimentare ciò che chiamiamo “felicità” o, quantomeno, una vita soddisfacente.
Un’altra distinzione importante da capire è quella tra piacere temporaneo (come può essere vivere un momento di relax, o mangiare del buon cibo) e una felicità basata sui valori: per quanto il piacere temporaneo non sia di per sé una cosa negativa, il problema nasce nel momento in cui tendiamo a voler compensare con questo una mancanza di soddisfazione di vita generale. Il benessere derivante dalla soddisfazione dei propri bisogni più profondi è l’unico che può essere duraturo e a dare senso alla vita.
Per questo è cruciale restare fedeli ai propri motivi di vita nella quotidianità e realizzare i propri valori nei diversi ambiti di vita. Tutte le volte in cui in un certo contesto senti che c’è qualcosa che non va, la prima cosa che dovresti fare è chiederti: “Quale/i dei miei valori fondamentali è inascoltato?”, e poi “Quali sono le possibili strade alternative e strategie per cambiare la situazione?”, senza che questo significhi necessariamente stravolgere la propria vita. Magari stai investendo troppo tempo in questioni che, per te, hanno poca importanza…
Ma per riuscire a fare questo, è innanzitutto fondamentale acquisire consapevolezza dei propri bisogni fondamentali, che sono alla base delle nostre emozioni e scelte, in particolare quelle che percepiamo come più spontanee.
Il Reiss Motivation Profile (RMP) in breve
Lo Stephen Reiss Motivation Profile nasce da un vasto programma di ricerca che ha identificato 16 bisogni umani fondamentali (desideri di base) e propone un profilo motivazionale personale. È un test scientifico per conoscere le tue motivazioni intrinseche con metodo.
La metodologia che è stata utilizzata da Reiss per arrivare ai 16 bisogni umani risponde e rispetta tutti i parametri di scientificità (validità, affidabilità, studi di ricercatori indipendenti che confermano i risultati), e quindi è riconosciuto a livello scientifico.
Un aspetto particolarmente importante del Reiss, è che non valuta i bisogni in valore assoluto, cioè su una scala da “intenso” a “debole”, come intuitivamente si potrebbe immaginare, perché sarebbe un’informazione poco utile concretamente, ma li valuta come intensità in proporzione alla media della popolazione…Il principio alla base del metodo è che un bisogno è significativo nella formazione della personalità, a partire dalla sua interazione con la cultura di appartenenza. Facciamo un esempio e supponiamo che mediamente le persone desiderino socializzare per il 60% del loro tempo, allora la società e la cultura tenderanno ad organizzarsi attorno a questo bisogno medio:
- Consideriamo una persona che desidera socialità per l’80% del proprio tempo, ma il suo contesto offre spontaneamente circa il 60%. Per arrivare all’80% probabilmente tenderà a cercarla attivamente sviluppando strategie specifiche, legate a comportamenti e abitudini (come essere più amichevole, iscriversi a club, praticare sport di squadra, andare a feste). Gli altri dall’esterno noteranno questi comportamenti e lo percepiranno come una persona “estroversa”
- Consideriamo una persona che desideri socializzare solo per il 20% del proprio tempo. Per riuscire a soddisfare il suo bisogno di ridurre l’esposizione al contatto sociale, rispetto a quello verso cui la società tendenzialmente lo spingerebbe, probabilmente svilupperà delle strategie (consapevoli o inconsapevoli), come ad esempio parlare poco o non farsi notare, coltivare hobby solitari, trasferirsi in una zona tranquilla, ecc. venendo percepito dagli altri come una persona “introversa” o “riservata”
- Consideriamo invece una persona che desideri socializzare circa il 60% del proprio tempo: essendo il suo bisogno perfettamente in linea con la media della popolazione, non svilupperà comportamenti distintivi a riguardo, e poiché non avrà bisogno di fare sforzi particolari per soddisfare il suo desiderio, in un certo senso vivrà il suo bisogno in maniera più “passiva”, cogliendo quello che l’ambiente offre perché già soddisfacente, con alcuni momenti in cui sembrerà più socievole, e altri meno
Quindi sono soprattutto i bisogni particolarmente forti o deboli rispetto alla media a generare tratti riconoscibili di personalità.
Sviluppo personale: l’interazione tra apprendimento e bisogni
La ricerca indica che le motivazioni intrinseche sono influenzate sia dalla genetica sia dalle prime esperienze di vita(in particolare ha senso somministrare il test dopo i primi 12 anni di vita) e tendono poi a restare stabili: con delle possibili fluttuazioni nell’intensità, ad esempio dopo che è trascorso molto tempo o dopo eventi molto significativi o traumatici, ma non nella direzione: un bisogno può aumentare o ridurre un po’ la sua intensità, ma un bisogno particolarmente forte rispetto alla media non potrà mai scendere sotto la media, e viceversa.
Ma allora che ruolo hanno esperienza e apprendimento?
Molte persone quando gli viene spiegato questo reagiscono negativamente, perché spiegano che i loro bisogni sono cambiati con il tempo e con l’esperienza…
È vero che cambiamo, però spesso non è chiaro che cosa cambi. Dobbiamo distinguere bisogni e comportamenti: per esempio, posso avere un forte bisogno di cibo, ma non significa che mangerò più della media, perché ci sono tanti altri fattori che influiscono sul comportamento; allo stesso modo, di fronte a un comportamento non sappiamo quale bisogno preponderante ci sia dietro, perchè azioni simili possono nascere da bisogni diversi o da loro combinazioni: si pensi a chi pratica attività fisica con regolarità e ai molteplici bisogni che possono motivare questa scelta( salute, estetica, competizione, ecc.).
Inoltre, anche se un bisogno rimane stabile, possono cambiare, a causa del contesto e dell’apprendimento, i mezzi e le modalità con cui lo soddisfiamo: per esempio una persona romantica può cambiare partner, cosi come una persona curiosa può cambiare nel tempo oggetto di interesse.
Quello che spesso percepiamo come “cambiamento del proprio modo di essere” è, in realtà, un cambio di strategia comportamentale e/o cognitiva per nutrire gli stessi bisogni in modo più adatto: ed è proprio su questo che possiamo intervenire per vivere una vita più soddisfacente.
Coaching “by individuality”: obiettivi allineati ai bisogni
Introdurre un coaching fondato sui bisogni soggettivi, al di là dei condizionamenti, significa valorizzare l’individualità e puntare alla soddisfazione dei bisogni intrinseci, invece di inseguire standard esterni. Questo si differenzia da un normale percorso di coaching, perché invece di limitarsi a costruire i passi per avvicinarsi al raggiungimento degli obiettivi, facilita il focalizzarsi su quelli che sono gli obiettivi più “veri” del cliente, cosi da costruire un percorso che porti veramente alla realizzazione personale.
Questa è la logica del management by individuality: gestire sè stessi (e gli altri) a partire dalla propria unicità, invece che da protocolli uguali per tutti.
Ecco le cose più importanti che è possibile fare inserendo il reiss motivation profile in un percorso di coaching:
- Partendo da un obiettivo già esistente, prima di lavorare sul suo raggiungimento modificarlo in alcuni dettagli per allinearlo ai propri bisogni, aumentando la motivazione intrinseca a lungo termine (quella reale che rende uno stile di vita congruo e sostenibile).
- Se un obiettivo si rivelasse irrealistico al momento, capire quale combinazione di bisogni stava soddisfacendo per trovarne un altro che possa essere un buon sostituto.
- Se in un contesto importante ci si dovesse trovare in una situazione di disagio o insoddisfazione, capire quali specifici bisogni non sono soddisfatti e stanno venendo frustrati, in modo da porsi l’obiettivo di soddisfarli in modo alternativo, almeno parzialmente, rendendo più sostenibile quello stile di vita.
- Elaborare strategie ad hoc per soddisfare specifici bisogni o combinazioni di bisogni.
- A partire da un obiettivo importante ma “bloccato”, capire quali spinte motivazionali possono essere sfruttate e in che modo per agire; oppure, al contrario, quali spinte ostacolano il suo raggiungimento, cosi da poter riflettere su dei modi per ridurne l’impatto.
- Distinguere fini e mezzi: capire quali obiettivi sono veri fini personali e quali sono solo mezzi per raggiungere qualcos’altro (che magari può essere raggiunto anche in altri modi più allineati al proprio modo di essere).
- L’RMP può essere un potente strumento di incremento della consapevolezza che, a sua volta, favorisce una maggiore accettazione di sé e, quindi, l’evoluzione personale: dopo essere diventato consapevole di una mia peculiarità, posso accettarla, cioè sganciarla dal giudizio (sono i miei bisogni, punto) e, a quel punto, posso cominciare a pensare quale sia il modo più adatto di soddisfarla, trasformandola in funzione di ciò che mi serve e di ciò che è più utile nel contesto (creando flessibilità comportamentale attorno al bisogno).
- Come strumento di consapevolezza, l’RMP può favorire insight della persona che la portano a formulare dei nuovi obiettivi per lei importanti( a cui magari prima non aveva pensato ma che erano legati ad un senso di malessere di cui non era chiaro il motivo), cosi come nuove abitudini che potrebbe essere utile sviluppare; oppure, in un’applicazione avanzata, chiarito quali spinte motivazionali ostacolano un certo traguardo, capire quali sono i vantaggi che ci offre la situazione attuale e come preservarli, così da limitare i rischi di autosabotaggio mentre cambiamo.
In conclusione, una vita soddisfacente non è una fortuna che capita: è un allineamento che si costruisce. Conoscere i bisogni che ti muovono e adattare le forme con cui li nutri — nello studio, nel lavoro, nelle relazioni e nel tempo libero — è la via più semplice (e sostenibile) per restare motivato nel tempo.
Se vuoi, posso aiutarti a mappare i tuoi bisogni con l’RMP e tradurli in scelte settimanali più allineate.


